Questa sezione si ispira a un racconto biblico che mi ha profondamente colpito: la storia di una famiglia in difficoltà, in cui il padre – sempre attento ai bisogni degli altri – perde la vista a causa di una sventura. Le tensioni familiari aumentano, anche per via dei contrasti con le tribù e popolazioni straniere, mentre il figlio fatica a trovare una moglie. Tutto cambia con l’intervento dell’arcangelo Raffaele, che – sotto sembianze umane – guida la famiglia verso la salvezza. Guarisce gli occhi del padre con la bile di un pesce e riporta armonia, salute e pace. Il padre torna a fare del bene, il figlio costruisce una famiglia, e la fraternità rifiorisce.
Questo racconto mi ha dato speranza, offrendomi spunti allegorici sulla necessità di cercare guide benevole e sul valore del fare il bene. Ritrovo questo spirito nella vera cristianità – non in quella dei cattivi maestri – ma nelle esperienze concrete di volontariato e nei ritiri spirituali che, con lentezza e dedizione, sto cercando di vivere.
I prodigi che racconto qui sono quelli che nascono dentro di noi quando facciamo del bene: esperienze interiori che si trasformano in insegnamenti preziosi nel cammino cristiano.
La Timidezza della Corona è invece una poesia che parla dei miei affanni sociali. Anche se oggi sono meno impacciato, continuo a confrontarmi con la timidezza nei rapporti. Ma credo che affrontare la paura e aprirsi alla vita con coraggio, amore e nonviolenza sia fondamentale per vivere con autenticità. Con il tempo penso di essere migliorato nei rapporti umani. La poesia, che trovate al link sottostante, racconta una parte di me che ormai appartiene al passato: un tempo in cui, da ragazzo, ero più ribelle. Ora cerco di vivere al meglio il presente, rispettando me stesso e gli altri.
Venite a scoprire il mondo della Caverna di Alkim e i Prodigi della Casa di Tobia. Presto pubblicherò nuovi articoli sulle mie esperienze con associazioni e gruppi di volontariato, in collaborazione con Felicitas Mundi e l’unità pastorale del mio paese.
Una nota sulla poesia: la frase con la parolaccia (“chi se ne fo...e”) esprime una ribellione interiore verso i condizionamenti imposti dalla società. È il grido di chi vuole andare avanti con serenità e libertà, nonostante tutto. Una fase complessa, ma autentica, della crescita ,prima di ritrovare uno stato di consapevolezza e .
Oggi sono più riservato, ma per anni mi sono sentito soffocare da calunnie e persone tossiche, diventando a mia volta negativo. Per uscire da quel vortice ho intrapreso un cammino tra psiche, filosofia e spiritualità, per riconoscere e superare le energie disordinate, i falsi maestri e tutto ciò che crea frustrazione e disamore.
I Trucioli di Kortech richiamano invece i miei oggetti artigianali e le mie poesie. Sono frammenti del mio “scudo di quercia”, ispirato a quello de Lo Hobbit: ogni colpo genera un pezzo di legno che prende vita e mi protegge. In quei momenti di ispirazione, lo scudo – guidato da Erigeron – dialoga con me e continua a darmi forza creativa, cosa che avviene anche autonomamente nei momenti di gioia.
Sono sempre aperto a nuove esperienze di crescita emotiva e spirituale, senza mai perdere il dono più prezioso: l’empatia.
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