Un riferimento fantasy al mio libro e ai viaggi astrali
Io in una mia passeggiata dove ho incontrato Fillirea
DA ERBA LESTA LA SUA VIRTU' CI RESTA questa è la frase su una mia poesia che racconta la storia tra miti e leggende della nascita della pianta di Fillirea .
Fillira: la madre di Chirone e la pianta dimenticata
Nella mitologia greca, Fillira (in greco Φιλύρα) era una delle Oceanine, ninfe figlie del titano Oceano, associate alla dolcezza, alla scrittura, alla profumazione e alla delicatezza dell’anima. Era nota per la sua bellezza eterea, la pelle profumata e l’animo gentile.
Fu amata dal titano Crono, che per giacere con lei si trasformò in cavallo per sfuggire alla vista della gelosa Rea. Da quell’unione nacque Chirone, un essere metà uomo e metà cavallo: un centauro, ma diverso da tutti gli altri per indole e destino.
Quando Fillira vide il figlio con il corpo equino, fu sopraffatta dall’orrore e dal dolore. Chiese agli dèi di essere trasformata in qualcosa che le impedisse di continuare a vivere con quel ricordo. Gli dèi accolsero il suo desiderio: fu tramutata in un albero sempreverde.
E proprio qui nasce la leggenda...
Nel corso dei secoli, il nome "Fillira" venne associato a una pianta diffusa nel bacino del Mediterraneo, la fillirea (Phillyrea spp.), appartenente alla famiglia dell’oleastro, umile ma tenace. Sempreverde, resistente alla siccità e al fuoco, dalle foglie lucide e profumate, cresce accanto agli ulivi e ai lentischi, silenziosa ma potente.
Secondo alcune riletture simboliche del mito (soprattutto in chiave alchemica ed erboristica), questa pianta rappresenta la madre dimenticata, il principio femminile della guarigione, della memoria e della metamorfosi. Non a caso è medicinale: le sue foglie sono ricche di tannini, sostanze antinfiammatorie e purificanti, usate nella medicina popolare per curare ferite, pelle e vie respiratorie.
Chirone, divenuto maestro di medicina, portava sempre con sé rami di fillirea, pianta che lo collegava al ricordo della madre. In alcune versioni orfiche del mito, si racconta che nei momenti di solitudine il centauro si recasse in una radura sacra dove cresceva una sola fillirea, l’ultima delle Oceanine, per parlare con lei in silenzio sotto la luce della luna.
Lì, tra radici e stelle, avveniva l’incontro tra terra e cielo, tra madre e figlio, tra ferita e guarigione, dando nuova unione dove la madre si riavvicina al figlio nonostante lo scherzo di Crono.
Oggi, la fillirea ci ricorda che anche da una ferita può nascere sapienza, e che la trasformazione — come quella di Fillira in albero — può essere una forma sublime di liberazione e continuità. È il simbolo del femminile dimenticato che nutre silenziosamente, e del legame profondo con le origini che ci guidano, anche quando non le vediamo.
Il mio primo cesto dall'incontro con Pino Baccari
Foto della Fillirea in una mia passeggiata
Di fillirea si racconta anche questo...
e probabilmente le due storie si intrecciano tra la ninfa il titano e le lacrime di Artemide che colse nella situazione di fillirea un occasione per donare agli uomini una pianta medica in pena per fillirea e in onore dei feriti in guerra.
Si racconta che, nei tempi antichi, gli dèi volessero donare ai mortali una pianta che unisse forza e resistenza, ma anche la capacità di purificare l'aria e lo spirito. Nacque così la Fillirea, piccola e discreta, dalle foglie lucide come la luna e dai rami tenaci come le verità non dette.
Secondo la leggenda, la fillirea nacque da una lacrima della dea Artemide, versata nel bosco sacro dopo aver visto la sofferenza degli uomini feriti dalla guerra. Quella lacrima, toccando il suolo, fece nascere una pianta capace di resistere al fuoco, al vento e alla siccità, custodendo nel suo legno l’energia della protezione e della guarigione.
Fu Chirone, il più saggio dei centauri, a scoprirla. Figlio del titano Crono e della ninfa Filira, Chirone non era come gli altri centauri rozzi e brutali: era filosofo, medico, erborista e maestro di eroi come Asclepio, Achille ed Ercole. In una notte illuminata dalla luna, guidato dal sogno del dio Apollo, egli giunse in una radura della Tessaglia dove la fillirea cresceva in solitudine.
Chirone si inginocchiò davanti a quella pianta, sentendone l’anima antica. Ne raccolse foglie e rami, e scoprì che potevano essere usati per curare ferite infette, febbri e dolori dell’anima. Da allora, la fillirea divenne parte delle sue medicine, e con essa guarì eroi e re.
Asclepio, figlio di Apollo e allievo prediletto di Chirone, imparò dal centauro i segreti della fillirea e di molte altre erbe. Si dice che, una notte, mentre Asclepio osservava le stelle, Chirone gli parlò della costellazione che avrebbe un giorno portato il suo nome. In cielo, infatti, Asclepio fu posto tra le stelle per ricordare agli uomini che la medicina è sacra, ma sempre da usare con equilibrio e compassione.
La fillirea, con le sue foglie sempreverdi, divenne il simbolo della conoscenza senza tempo, del legame tra terra e cielo, tra il sapere di Chirone e l’arte divina di guarire. Ancora oggi, nei boschi del Mediterraneo, si dice che chi siede accanto a una fillirea in silenzio possa ascoltare sussurri antichi, e se il cuore è puro, forse ricevere in sogno l’insegnamento del centauro immortale.
Sono sempre affascinato dai miti dell'antica Grecia sulle erbe perchè sono ricchi e variegati, oggi sto riscoprendo molti significati anche nella mia religione cristiana e li rivedo nell'Arcangelo Raffaele, ma nella mia infanzia studiando epica e i miti certe storie mi sono rimaste nel cuore e caratterizzano molti degli aspetti di questo blog. Con questa premessa e questi significati sui miti e sulla mia religione do inizio alla sezione LE VIRTU' DELLE PIANTE ricordando lo spirito profumato di Fillirea.
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